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Quando arte e storia procedono di pari passo dandosi la mano.

L’ultima collezione di Isabel Vollrath, una tra le poche promesse femminili della moda, è una macchina del tempo che ci fa volare indietro nel tempo.

A dire il vero trovo che le epoche considerate, ovvero i filoni portanti, siano più o meno due. 

In primis il Settecento, il secolo dell’Illuminismo e della Francia regale, dove fuori dalla Versailles del Re Sole, secondo il processo del ‘trickle down’ le donne imitavano i costumi delle grandi dame di corte. In quel contesto si parlava comunque di borghesi o di prostitute le quali, nonostante le loro vite al limite, furono le prime a dar vita a quel tipo di moda ‘di carattere’ che da lì proseguì negli anni. Donne audaci e spregiudicate, le quali elevavano all’ennesima potenza la loro femminilità. E questo lo notiamo proprio all’interno di questa collezione: camicie rosse di una seta ultra soffice esprimono il loro volume in modo abbondante, stringendosi ai polsi e infiocchettando il collo in una gala regale; pantaloni coulotte a palloncino mettono in mostra le gambe. E poi ancora minigonne inguinali bianco ottico che vanno ad abbinarsi a camicette contornate da nastri volanti, di un rosso e nero molto intensi. Pantaloni all’altezza del ginocchio, rossi o grigi o neri e un po’ mascolini, che sembrano strizzare l’occhio al Sud Italia del Settecento, dove i ‘pazzarielli’ strimpellavano le loro note per le strade di Napoli e per la costiera amalfitana. Si vedano anche dei corpi spalla neri a pois bianchi, sempre evidente richiamo ad un’immortale cultura del Sud italiana oggi ampiamente celebrata anche da altri importanti stilisti. 

Ed ecco, come anticipavo in principio, il secondo filone, ovvero quello un po’ punk anni 70. Prendendo in visione la collezione non ho potuto far a meno di pensare a Malcom McLaren e alla nascita del punk nella Londra del secolo scorso. Mi sembra impossibile non associare questi pezzi a quegli anni di spregiudicatezza e ribellione, dove shockare l’audience sembrava l’unica esigenza dei giovani di quel tempo. Questa collezione, infatti, vuole comunicare qualcosa di più della semplice estetica; siamo in un’arringa nella quale uomini e donne, di pari passo, lottano per i loro diritti. Il design e la psicologia di Isabel Vollrath vanno oltre il semplice abbigliamento: essi strutturano una silhouette che si dimostra sempre più profonda e intensa nei dettagli e nei materiali da lei considerati.

Una collezione battagliera oserei dire, dove una delle modelle della campagna, grazie ad un capello rosso un po’ punk, fa l’occhiolino ad una certa Vivienne che da oltre quarant’anni, attraverso le sue creazioni, si batte per i diritti dell’uomo e della Terra.

Luca Pietro Chiesa


Photography: Thomas Ternes